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Caos scuola, Regioni in pressing ma il governo ha deciso: tutti in classe 

di Vittorio De Feo

Domani il ritorno in aula. A poche ore dal ritorno sui banchi di scuola in tutta Italia restano le forti preoccupazioni di docenti e dirigenti scolastici. I presidi temono contagi e assenze tra studenti e personale. I presidi insistono sottolineando la possibile assenza domani di centomila dipendenti su un milione. Cresce la preoccupazione fra i genitori che, spontaneamente, con messaggi via chat hanno lanciato l’iniziativa di sottoporre a tampone i figli prima di farli tornare sui banchi visto l’aumento dei contagi. Singoli istituti invitano a farlo.Continua il pressing delle Regioni per evitare il ritorno in presenza a scuola. Da una parte il governo ha deciso di non posticipare dopo le vacanze natalizie mentre dall’altra parte ci sono Presidenti delle Regioni e anche sindaci che, invece, agiscono in modo autonomo. Dopo Campania e Sicilia molti comuni hanno fatto in proprio con i primi cittadini che hanno firmato le ordinanze per posticipare il ritorno in aula. Alcuni governatori e sindaci annunciano dad e rinvii ma il governo tira dritto. Vi è lo strappo di alcune regioni che hanno deciso per un rinvio. Non sarà, quindi, un rientro omogeneo. Diverse regioni avrebbero preferito una riapertura con la dad. In Campania il rientro in presenza è posticipato a fine gennaio per medie, elementari e infanzia. Ma il governo impugnerà la decisione. In Sicilia la riapertura slitta di tre giorni. Sul provvedimento del Presidente della Regione Campania, De Luca, che ha deciso di adottare la didattica a distanza fino al 29 gennaio per le medie, le elementari e la scuola dell’infanzia, il governo ha già annunciato ricorso al Tar. E’ diverso il discorso per quanto riguarda la scelta della Regione Sicilia che ha semplicemente fatto slittare di tre giorni il ritorno dalle festività. Alcuni sindaci da nord a sud decidono di tenere chiuse anche le scuole superiori. Le Regioni chiedono un confronto con il governo sulle regole. 

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