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Virginia Bigiotti: una prof per amica che rende la scuola un posto felice

Di Anna Adamo

Virginia Bigiotti si laurea in Farmacia. Il suo è un destino già scritto, la sua è una famiglia di farmacisti di cui avrebbe dovuto seguirne le orme. 

Ma, nei suoi sogni la farmacia non esiste. 

Sogna di fare l’ insegnante e rendere “la scuola un posto felice”. 

Perciò, cerca dentro se la forza per voltare le spalle a quel destino già scritto che tanto le pesava e ricomincia da zero, diventando così l’ insegnante che avrebbe sempre voluto essere.

“L’ amore per me è strettamente connesso al concetto di tempo. In farmacia dopo cinque minuti sembra ne siano passati cinquanta, in classe, invece, dopo cinquanta minuti credo ne siano passati dieci. Appena suona la campanella finisco sempre per rubare minuti ai professori dell’ ora successiva. Mi devono cacciare dall’ aula per farmi andare via! 

È come quando si è innamorati, non te ne accorgi e il tempo vola, perché sei felice.”

Quelle di Virginia sono parole di chi sa che l’ unico modo per fare bene il proprio lavoro consiste nell’ amare quello che si fa, ma soprattutto, consiste nell’ amare chi ci si ritrova di fronte e mettere il futuro degli alunni anche prima del proprio.

“In questo mio primo anno di insegnamento ho conosciuto centinaia di ragazzi tutti diversi tra loro, ma con una cosa in comune: il desiderio di essere capiti e quindi amati.” 

No, la giovane professoressa che i ragazzi siano definiti “Gioventù Bruciata” non vuole sentirlo dire per nessuna ragione al mondo.

“Gli unici “bruciati”, dice, a volte siamo noi, quando siamo ciechi davanti ai loro bisogni. Ho assistito a diversi episodi in cui i ragazzi soffrivano di attacchi di panico proprio a causa della scuola. Ciò avviene, perché la nostra è una scuola tetra e angusta, unicamente incentrata su prestazioni e valutazioni. Nessuno si concentra davvero su chi sono questi ragazzi e su quali sono le loro vere necessità.”

Ebbene si, la nostra è una scuola poco dedita all’ ascolto e al dialogo, dalle parole di questa giovane insegnante lo si evince senza ombra di dubbio e la pandemia di COVID-19 che ci ha visti protagonisti, non ha fatto altro che peggiorare la situazione.

“Ho conosciuto i miei alunni a dicembre, mi hanno raccontato dei loro diciottesimi compleanni che non avevano potuto festeggiare. Per questa ragione a fine anno ho voluto organizzare loro una festa a sorpresa comprando torta, candeline e palloncini. È una cosa a cui tenevo molto, perché diciotto anni si compiono una sola volta nella vita. Quando in primavera ci hanno rinchiusi in casa per tre settimane, ho creato per loro la “DAD Fashion Week”, che consisteva nel vestirsi con stile pur restando a casa. Non li volevo vedere tutto il giorno in tuta e soprattutto volevo ricordare loro che la scuola era ancora aperta, che la scuola eravamo noi”.

Non vi sono dubbi. Virginia Bigiotti è la professoressa che tutti abbiamo sognato di avere almeno una volta nella vita. Una professoressa capace di far crescere gli alunni da un punto di vista professionale e didattico. 

“Una prof per amica “, come lei stessa scrive nella sua biografia di Tik Tok , laddove ha un profilo che conta circa 25 mila followers.

“Dire che non mi sarei aspettata un seguito così grande su questo social è davvero riduttivo. Sono stati i miei alunni a scaricarmelo, io neanche sapevo come funzionasse. Poche ore dopo aver pubblicato il primo video ero sommersa dalle notifiche. Nel frattempo miei alunni di altre classi mi scrivevano per dirmi che quel video era ormai diventato virale.”.

La popolarità social non le fa affatto paura.

“Una scuola che nega il valore del social è una scuola retrograda, motivo per cui saprò sempre giustificare il mio approccio qualora ce ne dovesse essere bisogno”, dice con voce di chi sa esattamente quello che vuole ed è sicura che mai niente e nessuno potrà mettere in dubbio il suo modo di lavorare e il suo amore per l’ insegnamento.

Si, perché Virginia di voler diventare una prof lo ha sempre saputo, ma ritiene siano stati gli alunni a farle capire come essere.

“Inizialmente cercavo di svolgere il mio ruolo con distacco e severità. Mi dicevano che avrei dovuto farmi rispettare, ma questo modo di agire non stava portando buoni risultati, quindi ho deciso di fare di testa mia. Non ho più preteso che loro si avvicinassero a me, sono stata io ad avvicinarmi a loro. Non riuscivo a restare seduta alla cattedra. Assurdo, no? Era da quando avevo sei anni che sognavo di sedermi alla cattedra e poi ho scoperto che la vera cattedra l’ avrei trovata sedendomi accanto a loro, dalla loro parte. Ed è lì che sarò per sempre. Loro sono persone che meritano di incontrare qualcuno che ogni giorno ricordi quanto siano meravigliosi. Ed è questa la mia missione, combattere perché neppure un granello della loro bellezza vada sprecato”.

La giovane insegnante è commossa, fiera ed orgogliosa dei suoi alunni, di essere riuscita a far comprendere loro che la scuola possa essere un posto felice. Un messaggio utile per la vita, che cerca di diffondere anche attraverso i suoi video su Tik Tok.

“La scuola può essere un posto felice e l’ amore vince sempre. A fine anno nessuno dei miei alunni era insufficiente, perché li ho sempre messi al primo posto e amati. E chi è amato diventa forte. E chi è forte non si arrende mai.”

Forza e voglia di non arrendersi è proprio ciò di cui si ha bisogno, soprattutto in questo anno di ritorno alla normalità, in cui tutto è possibile, ma nulla è certo. 

Virginia questo lo ha capito perfettamente e nonostante ritenga che non si possa ancora parlare di anno scolastico post covid, non rinuncia alla sua missione e si rivolge ai tanti ragazzi che ogni anno lasciano la scuola in anticipo, perché non si sentono accettati e capiti dagli insegnanti.

Ovviamente, non manca poi il monito agli insegnanti affinché capiscano che gli alunni vadano ascoltati e occorra far fronte alle loro necessità.

“ Se nel 2021 un ragazzo lascia la scuola tu l’insegnante hai fallito. Quello dell’insegnante per me non è un lavoro, è una vocazione. Qualcosa di così preciso e insistente e non si può fare altro che rispondere al richiamo. Il problema della scuola italiana è che la maggior parte degli insegnanti e avrebbe voluto fare tutt’altro nella vita e si è ritrovato ad occupare questo posto per ripiego,causando con la propria frustrazione danni spesso irreversibili.

Ai ragazzi che risentono più di altri di questa situazione voglio dire che non sono soli. Io sono stata la prima a subire umiliazioni. Durante un esame fui derisa da due professori per 45 minuti. E anche grazie a questo episodio che ho capito qual è la mia missione: lottare affinché nessuno si senta più come mi sono sentita io quel giorno”.

Dalle sue parole si evince tutta la forza e la determinazione con le quali cerca di essere una prof per amica, capace di rendere la scuola un luogo in cui crescere umanamente e professionalmente.

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