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“Ho trasformato le mie insicurezze in arte. La musica mi aiuta ad esprimermi”

Di Anna Adamo

La passione per la musica la accompagna fin dalla più tenera età. 

Aveva solo 8 anni Annapaola Giannattasio, in arte Keira, quando capì che avrebbe voluto dedicare tutta la sua vita alla musica.

Come lei stessa spiega, la musica è l’ unico modo che ha per esprimersi, per sentirsi viva. 

Ed è grazie alla musica se è riuscita a superare le sue insicurezze, a risorgere dalle ceneri di un amore finito. 

A testimoniarlo è Ansia, il suo ultimo singolo, in cui la giovane cantante parla proprio della sua rinascita dopo la fine di un amore.

L’ abbiamo intervistata per conoscerla meglio. 

Keyra è il tuo nome d’ arte: qual è il suo significato? Perché lo hai scelto?

Sono sempre stata appassionata di mitologia greca. Un giorno facendo una ricerca mi sono imbattuta in questo nome che simboleggiava una donna forte,  il suo simbolo era il fuoco. Quel fuoco che sento dentro fin da bambina e mi aiuta a superare tutte le avversità. Da quel momento ho capito che Keyra mi appartenesse ed è diventato il mio nome d’ arte.

Quando nasce la tua passione per la musica? Cosa significa per te cantare?  

Nasce quando ero piccola, avevo esattamente cinque anni. Un giorno mia cugina più grande che mi faceva da baby sitter mise MTV in televisione, perché sapeva che amassi ballare, infatti, appena trasmisero la canzone Toxic di Britney Spearsiniziai subito a cantare e ballare. Da quel momento capii che avrei voluto dedicare la mia vita alla musica. La musica e l’arte sono essenziali per la mia sopravvivenza. Sono l’unica forma di espressione che ho per sentirmi viva in questo mondo.

Cosa pensavi quando ti dicevano che per fare la cantante avresti dovuto perdere peso? Hai mai pensato di rinunciare al tuo sogno a causa di ciò che ti veniva detto? 

A volte l’ ho pensato, a causa dello stress che questo genere di vita comporta, soprattutto quando si è agli inizi, come nel mio caso. Ma, durante i momenti di sconforto penso alla bambina di cinque anni che davanti ad uno specchio cantava e ballava le canzoni di Britney Spears, così trovo la forza di lottare contro ogni avversità. Niente e nessuno può portarmi via il mio sogno e mi sono ripromessa che qualsiasi condizione fisica o mentale io stia vivendo, non rinuncerò mai a fare ciò che amo. Nella vita bisogna volersi bene e accettarsi per ciò che si è, solo in questo modo possiamo realizzare i nostri sogni. Quindi, gli insulti, anche se hanno fatto male, fanno parte del passato.

Quando e come è iniziato il cattivo rapporto con il tuo corpo? Ricordi un episodio o un momento particolare in cui hai desiderato avere una fisicità come quella richiesta in generale dalla società e dai media?

Da piccola studiavo danza classica, ma il mio corpo non era in linea con le forme richieste. Infatti, poi mi sono concentrata su altre discipline, come moderno e hip hop, abbandonando la danza classica.  Un giorno una grande ballerina durante una lezione disse a mia madre che fossi brava, ma avrei dovuto mangiare meno, perché ero un po’ in carne. Lo disse davanti a più di trenta persone, io andai via e mi recai negli spogliatoi a mangiare un panino.

Ho sempre riversato sul cibo ogni mio stato d’animo. Crescendo mi sono sentita a disagio anche con i ragazzi che frequentavo, perché sceglievano ragazze fisicamente diverse da me. Misentivo dire che avessi un bel viso, ma avrei dovuto perdere peso. Pur soffrendo, non ho mai mostrato le mie insicurezze, ho cercato un modo per sentirmi bene e prendermi cura di me, nonostante tutto. Quello che voglio far capire alle persone che almeno una volta nella vita si sono sentite come mi sono sentita io, è che devono trovare un qualcosa che le faccia stare bene, perché stare bene è possibile, nonostante gli insulti.

Sei mai stata “vittima di bullismo” a causa della tua fisicità?   

Quando ero piccola si, è successo. Ma, ho sempre reagito, ragion per cui poi chi ha provato a ferirmi è diventato mio amico.

Dopo la fine di una storia d’amore hai attraversato un brutto periodo: ti va di parlarne e di raccontare come hai fatto a venirne fuori? 

La fine di un amore non è mai semplice, soprattutto se con una persona si condividono tante cose.

In quel periodo ho iniziato a manifestare attacchi d’ansia, non riuscivo a mangiare, vomitavo e pensavo di non uscirne fuori, anche perché è capitato nella prima quarantena e quindi non avevo sfoghi. Mi sentivo rinchiusa in quattro mura e questo non aiutava. Però, devo ringraziare lafamiglia e i miei amici, perché nonostante la distanza sono stati molto presenti e hanno fatto il possibile per aiutarmi.

La musica è stata la mia ancora di salvezza. Hotrasformato quel dolore in arte e così è nata Ansia, la mia ultima canzone. 

Di cosa tratta “Ansia”? Qual è il messaggio che vuoi lanciare attraverso questa canzone?

Come ho anticipato nella domanda precedente, Ansia parla proprio del periodo ho sofferto per la fine della mia storia d’amore. Voglio trasmettere un messaggio di forza a chiunque soffre come ho sofferto io. Bisogna affrontare e superare il tutto nel migliore dei modi possibili. Ognuno di noi ha delle passioni e queste possono essere un’ancora di salvezza, un modo per iniziare a volersi bene. Non bisogna chiudersi in se stessi, ma agire, la vita è una e solo alla morte non c’è rimedio, per il resto c’è sempre una via d’uscita, basta volerlo. 

Cosa vorresti dire a tutte le persone che ti seguono e ascoltano la tua musica, nonriescono ad accettarsi e stanno passando quello che hai passato tu?

Vorrei dire loro che la vita è una ed è troppo breve per passarla a stare male. Ognuno di noi è perfetto così come è. Dobbiamo imparare ad amarci, so che è difficile, ma salute viene prima di ogni cosa. Non bisogna apparire belli per gli altri, ma per se stessi. Una volta trovata la giusta armonia con noi stessi, anche agli occhi degli altri appariamo diversi. Io invito a parlarne sempre con chi di dovere, ma credo che durante periodi cosi bui sia fondamentale anche trovare qualcosa che ci faccia stare bene, una passione o un luogo che ci dia energie positive per ripartire da zero. Siamo noi gli artefici del nostro destino, non gli altri. 

Spero, attraverso la mia musica e le mie esperienze di essere d’aiuto a tante persone così come la musica ha aiutato me in tante occasioni. Questa è la mia missione.

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